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LARA RUSSO RIPRENDE A LAVORARE L’ALLUMINIO


LARA RUSSO RIPRENDE A LAVORARE L’ALLUMINIO

In attesa dell'apertura della XIII edizione del festival, cerchiamo di conoscere meglio gli artisti ospiti attraverso una serie di interviste.

Cominciamo con Lara Russo, che i pesaresi ebbero già modo di apprezzare nel 2011 con il lavoro Superficie, selezionato per la vetrina Essere Creativo (VIII edizione di Hangartfest).

Sarà lei ad aprire Hangartfest, con le performance Papelão e Alluminio#2 (venerdì 16 settembre, ore 21.00, Chiesa della Maddalena).

A Lara chiediamo: I tuoi lavori sono spesso caratterizzati da un legame forte tra danza e materia. Da dove nasce questa idea? Qual è il punto di partenza del processo creativo: il corpo del danzatore o il materiale che userai per la performance?

Lara Russo: Il lavoro con i materiali mi fa partire subito da qualcosa di consistente, reale, è il movente, ed è visibile, non è nella fantasia del performer. La comunicazione è diretta. Forse cercavo un modo di rendere la danza contemporanea accessibile. Lo studio sul movimento e sulla materia, vanno parallelamente.

Per ora c’è stato un giusto equilibro tra uso dei materiali e danza, altrimenti sarebbero state installazioni o performance. Non che la cosa non mi interessi, anzi, ma dipende dal contesto in cui si presenta il lavoro.

“Ra-me” è appena stato presentato alla Biennale Danza di Venezia. Puoi raccontarci questa esperienza?

LR: Ho sempre creduto che il processo di creazione fosse più importante a livello di esperienza rispetto alla presentazione in pubblico. Dopo La Biennale mi sono ricreduta. E’ stato un momento così intenso e speciale per tutti noi che rimarrà nella memoria. Virgilio Sieni mi ha dato completa fiducia e libertà. Sentivo molta responsabilità per essere stata scelta come giovane coreografa e abbiamo lavorato duro con grande tenacia.

Sono contenta del risultato e le critiche sono state molto positive. E’ la prova che il lavoro prima o poi ripaga.

Nel 2013 sei stata l’assistente di Virgilio Sieni alla Biennale di Venezia. Com’è stato lavorare con lui?

LR: Nel 2013 sono stata, insieme ad altri colleghi, assistente al progetto Agorá e Madre e Figli di Virgilio Sieni. E' stata una esperienza che mi ha segnato. Vedere da vicino come lavora, come trasforma con gesti delicati il movimento di persone che non hanno mai danzato e che grazie ai progetti hanno anche trasformato la loro vita, mi ha fatto molto riflettere sul senso della danza oggi. Per lui il concetto di trasmissione ha molto valore, e ora anche per me.

Notiamo che sei molto richiesta e attiva in diversi progetti e questo ci fa piacere. Ci vuoi aggiornare sui tuoi prossimi impegni?

LR: Grazie al bando Cura, saremo in residenza a Stalker Teatro di Torino e Teatro Idra di Brescia per portare a compimento Ra-me durante settembre. Le date di Ra-me sono per ora a Cango a ottobre, poi il 28 ottobre al Teatro Grande di Brescia, 1, 2, 3 novembre a Bologna al Gender Bender, e il 6 novembre a Romaeuropa. Papelão invece sarà a Ticino in danza il 30 luglio e ad Hangartfest il 16 settembre. Tutto questo soprattutto grazie alla vincita di Dna Appunti Coreografici organizzato da Romaeuropa e altri partner.

Poi c’è un lavoro immenso che ogni giovane coreografo fa in Italia da solo, ma forse è poco svelato, cioè quello di mandare candidature e partecipare a bandi e concorsi a tutto spiano. Quindi a forza di insistere qualcosa arriva. Per ora nessuno è venuto a bussarmi alla porta. Mancano organizzatori in Italia. Io ne ho trovata ora una che ha appena iniziato e che mi aiuterà: si chiama Caterina Lodi.

Poi a Ottobre riprendo a dare lezioni nel corso di formazione Dance start up, diretto da Brigel Gjoka, a Bologna.

Per quanto riguarda i lavori che vedremo a Pesaro, a parte “Alluminio#2” che sarà presentato in una nuova versione, attualmente stai ancora lavorando a “Papelão”? Quindi la versione che vedremo ad Hangartfest sarà la versione definitiva o hai intenzione di svilupparlo ulteriormente?

LR: Si per me un lavoro di danza è sempre in evoluzione, come la vita. La ricerca consiste anche in questo: confrontarsi con pubblici, spazi, interpreti diversi. ‘Praticare’ lo spettacolo con pubblico fa cambiare molto la qualità di movimento dell’interprete. Se sono nervosi, tesi, sciolti, presenti… sono dettagli che possono stravolgere la lettura di uno spettacolo. Per me il discorso energetico è molto importante. Io cerco sempre nuovi stimoli, sono curiosa, ma confrontarmi anche con una vecchia creazione e rivisitarla è una bella sfida. Ringrazio per questo Antonio Cioffi per avermi invitata a riprendere il lavoro con l’alluminio e non vedo l’ora di vederlo nella chiesa della Maddalena!

(Intervista apparsa su Postscena.net - Foto: Lara Russo)

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