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ELEGIA DELLE COSE PERDUTE
di Stefano Mazzotta / Compagnia Zerogrammi

2 settembre, ore 21.30, Cortile della Biblioteca Oliveriana

ELEGIA DELLE COSE PERDUTE 
di Stefano Mazzotta / Compagnia Zerogrammi

Ingresso € 10 intero / € 7 ridotto possessori CARD AMICO
https://www.hangartfest.it/card-amico

ELEGIA DELLE COSE PERDUTE
Soggetto, regia e coreografia/subject, direction and choreography
Stefano Mazzotta

una riscrittura da/a rewrite from
Os Pobres di/by Raul Brandao

creato con e interpretato da/created with and interpreted by
Alessio Rundeddu, Amina Amici, Damien Camunez, Gabriel Beddoes, Manuel Martin, Chiara Guglielmi, Riccardo Micheletti

collaborazione alla drammaturgia/collaboration to the dramaturgy
Anthony Mathieu, Fabio Chiriatti

luci/lights
Tommaso Contu

assistente di scena/stage assistant
Riccardo Micheletti

costumi e scene/sets and costumes
Stefano Mazzotta

segreteria di produzione/production assistant
Maria Elisa Carzedda

cura della produzione / care of the production
Valentina Tibaldi

produzione/production
Zerogrammi

coproduzione/coproduction
Festival Danza Estate - Bergamo (It), La meme balle – Avignon (Fr), La Nave del Duende - Caceres (Sp)

con il contributo di/with the contribution of
Residenza artistica artisti sul territorio INTERCONNESSIONI/Tersicorea/Sardegna, Comune di Settimo S. Pietro, Comune di Selargius, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna, Regione Sardegna, Regione Piemonte, MIC - Ministero della Cultura, FONDAZIONE Banco di Sardegna

in collaborazione con/in collaboration with
CASA LUFT, Ce.D.A.C Sardegna - centro diffusione attività culturali circuito multidisciplinare dello spettacolo dal vivo, PERIFERIE ARTISTICHE - Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio - Supercinema, Tuscania

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Spettacolo realizzato nell'ambito di PATRIMONIO IN SCENA 2023 - per la diffusione dello spettacolo dal vivo negli Istituti Culturali delle Marche

Nato dalla collaborazione tra Regione Marche - Assessorato alla Cultura, Consorzio Marche Spettacolo e il MAB Marche, coordinamento tra Musei, Archivi e Biblioteche (ICOM, ANAI e AIB), per l’edizione 2023, Patrimonio in Scena prevede interventi artistici nelle più diversificate forme di espressività - musica, teatro, danza e opera - all’interno degli istituti culturali di tutto il territorio marchigiano, puntando alla diffusione capillare dello spettacolo dal vivo, all’ampliamento e all’accessibilità del pubblico.

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Benedetti siano gli istanti e i millimetri e le ombre delle piccole cose.
(F. Pessoa)

Elegìa delle cose perdute è una riscrittura in danza dal romanzo I Poveri dello scrittore e storico portoghese Raul Brandao. Il paesaggio evocato da questo riferimento letterario, in bilico tra crudo, aspro, onirico e illusorio, ha la forma dell’esilio, della nostalgia, della tedesca sehnsucht, della memoria come materia che determina la traccia delle nostre radici e identità e, al contempo, la separazione da esse e il sentimento di esilio morale che ne scaturisce: sogno di ritorni impossibili, rabbia di fronte al tempo che annienta, commiato da ciò che è perduto e che ha scandito la mappa del nostro viaggio interiore.
Nell’indagine intorno al topos dell’esilio, questa creazione racconta, oltre il suo significato geografico, la condizione morale che riguardi chiunque possa sentirsi estraneo al mondo in cui vive, collocandolo in uno stato di sospensione tra passato e futuro, speranza e nostalgia. Il desiderio che questa condizione reca in sé non è tanto il desiderio di un’eternità immobile quanto di genesi sempre nuove e di un luogo che resta, un luogo dove essa si anima di una rinascita che è materia viva, e aiuta a resistere, a durare, a cambiare. I quadri che compongono la narrazione diventano la mappa di un viaggio nei luoghi (interiori) dei personaggi de I Poveri: figure derelitte e però goffe al limite del clownesco, accomunate dal medesimo sentimento di malinconica nostalgia e desiderio di riscatto. Lo spazio che intercorre tra l’osservatore e queste storie (e tra queste storie e il sogno condiviso cui tendono) è una lontananza dal sapore leopardiano, la misura di un finibusterrae che è senso di precarietà, di sospensione nel vuoto, una grottesca parata di figure in transito, come clown di un teatro popolare che fiorisce da un anelito comune, che non ha bisogno di orpelli per accadere, che si racconta ovunque, in un prato, in un vicolo, un cortile, un qualunque luogo di vita (M. Augé), una stazione di posta di fronte al giorno che finisce, con i suoi orizzonti, le sue lontananze, i desideri proiettati al domani e i punti di fuga. Corpi e paesaggio dialogano in questa elegìa del vuoto che rimane, si riconoscono in un desiderio comune, una capriola del pensiero, in un incedere che è vertigine, abbandono al tempo sospeso e ciclico di un valzer, forma di una tristezza nostalgica nel suo incedere ciclico e sospeso, che chiede di essere celebrata, attraversata, dentro un desiderio non già di possesso ma di appartenenza. Ed ecco che dentro questa logica di colpo svanisce ogni idea di miseria o povertà possibile, non esiste più niente che possa essere davvero perduto.

Stefano Mazzotta, coreografo, regista e danzatore formatosi prima presso la scuola dei Cantieri Teatrali Koreja e poi diplomatosi alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi nel 2000. È stato interprete per Ismael Ivo in Brasile e Germania e in Italia nel corso della sua direzione alla Biennale di Venezia. Ha lavorato in Francia per Hervè Koubi, in Italia per Luca Veggetti, Avi Kaiser, Monica Casadei, Roberto Zibetti, Pier Luigi Pizzi. Con Zerogrammi ha prodotto, dalla sua fondazione, oltre 30 produzioni accompagnate sovente da progetti editoriali, fotografici, filmici, formativi e di teatro sociale e di comunità in collaborazione con prestigiosi Teatri e Festival internazionali (Italia, Portogallo, Francia, Russia, Singapore, Olanda, Germania, Spagna, Taiwan, Finlandia, Islanda, Svizzera) ottenendo premi e riconoscimenti tra cui l’ambita Golden Mask dal Bolshoi Theatre, il Premio Hystrio e il Premio Danza&Danza. Tra le maggiori collaborazioni trasversali in ambito formativo e sociale Tsekh Moscow, Università degli Studi di Torino (Italia), Università degli studi del Salento, Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi (Italia), Interconnessioni (Italia), C.R.E.A. (Italia), Croce Rossa Islandese, Università degli Studi di Bologna. Dal 2012 dirige CASA LUFT, sede della sua compagnia e casa di produzione coreografica in Piemonte, dove coordina un’articolata progettualità che si snoda tra produzione, residenza artistica e formazione professionale. Dal 2018 è membro del RTO alla direzione della Lavanderia a Vapore, casa europea della danza EDN e centro di residenza per la danza in Piemonte.

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